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Officina naturae

CON LA BIOPLASTICA ABBIAMO EVITATO 50 T. DI CO2 IN 17 MESI!!

Quali vantaggi con gli imballaggi in bioplastica? Ecco i dati!

 L’autunno del 2014 ha segnato una vera svolta per Officina naturae, nell’impegno a rendere la propria impronta sempre più sostenibile. A partire da ottobre 2014, infatti, gli imballaggi dei detergenti per la casa (in particolare i flaconi da 1 litro e da 750 ml, e le taniche da 4 litri), normalmente realizzati in PE tradizionale, sono stati sostituiti con identici imballaggi in bioplastica, nello specifico PE biobased (chiamato anche green PE).

 Acquistare, e quindi utilizzare, bioplastica al posto di pari quantità di PE tradizionale, da ottobre 2014 a febbraio 2016, ci ha permesso di risparmiare 50.034 kgCO2eq, vale a dire circa 50 tonnellate di CO2, la stessa quantità di CO2 che 63 automobili avrebbero emesso, percorrendo ogni giorno, per UN ANNO intero, 15 km.

Officina naturae - CO2 evitata con la bioplastica - feb 2016

 Un ottimo risultato raggiunto per noi, che abbiamo sempre ritenuto importante il contenitore quanto il contenuto, investendo notevoli risorse in ricerca e sviluppo per trovare l’imballaggio “ideale”, e un bel vantaggio anche per l’ambiente!

 L’alternativa della bioplastica, rispetto alle soluzioni derivate dal petrolio comunemente adottate per gli imballaggi, non è mai stata per noi un’operazione di greenwashing, ma una scelta ben ponderata e studiata con l’obiettivo della sostenibilità, sia in termini ecologici che economici.

 La ricerca ci ha portato ad utilizzare (per la prima volta in Italia, nel nostro settore) un polietilene verde (biobased) proveniente dalla sintesi di bioetanolo da canna da zucchero.

La produzione di questa materia prima, ha un un ciclo di vita completo a basso impatto ambientale.

La canna da zucchero, infatti, è coltivata responsabilmente in Brasile, paese particolarmente favorevole per le sue particolari condizioni climatiche. Qui i terreni coltivati a canna da zucchero occupano solo il 2,4% della superficie coltivabile da cui sono completamente escluse le zone protette della Foresta Amazzonica. Le aree sono prevalentemente pascoli abbandonati e degradati con basso sfruttamento di risorse idriche e adatti alla coltivazione meccanica. La coltivazione avviene, poi, in rotazione con l’arachide, con particolare attenzione al rispetto delle aree destinate alla produzione alimentare.

Durante la lavorazione dello zucchero di canna, viene creato un sottoprodotto (bagassa), che è riutilizzato come combustibile per la produzione di energia elettrica, sia per gli stessi impianti di produzione che per l’intera rete elettrica brasiliana.

Altri residui organici di lavorazione sono riutilizzati per la fertilizzazione dei suoli degradati, che diventano nuovamente coltivabili, senza l’uso intensivo di fertilizzanti chimici.

L’impatto ambientale del trasporto è compensato dalle basse emissioni dell’intero ciclo produttivo.

 La bioplastica utilizzata per il nuovo packaging è certificata “4 stelle” da Vinçotte (certificazione indipendente belga), il massimo della valutazione, in quanto realizzata nella maggior percentuale possibile – quasi il 100% – da risorse rinnovabili. Ècompletamente riciclabile e può essere conferito nella raccolta differenziata della comune plastica, chiudendo, così, il ciclo di vita di questo materiale.

Quindi, produzione, trasporto, utilizzo e riciclo del polietilene verde equivalgono ad abbassare notevolmente le emissioni di CO2 rispetto alla produzione della stessa plastica (HDPE) da risorse fossili, riducendo conseguentemente il potenziale riscaldamento globale, evitando l’assottigliamento dello strato di ozono e le piogge acide.In questa perfetta sequenza noi stiamo facendo la nostra piccola parte, e speriamo di continuare a raggiungere risultati ancora più incoraggianti anche grazie al vostro supporto. Contiamo su di voi!

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